Villa Giusti dell'armistizio

La Villa

e il complesso monumentale

Il complesso attuale è formato da due fabbricati principali distinti, rappresentati dalla villa vera e propria e da un grande edificio che conglobava le dipendenze di servizio (portineria, scuderie) ed agricole (granaio e officine). Sono anche presenti una torre risalente almeno al XIII secolo e pesantemente restaurata in epoca romantica, un grazioso jardin d’hiver di stile tardo-ottocentesco, e varie serre minori. L’aspetto e la struttura attuali del complesso sono legati ad un restauro globale effettuato nel 1875, secondo lo stile allora dominante che tendeva a conglomerare stilemi eterogenei (fra cui le due torri di stile prettamente austriaco che fiancheggiano l’ingresso) e a utilizzare materiali poveri (fra cui il cemento colorato); sono stati conservati solo pochi elementi propri degli stili più antichi, come alcuni pavimenti in terrazzo alla veneziana.

Il complesso attuale è formato da due fabbricati principali distinti, rappresentati dalla villa vera e propria e da un grande edificio che conglobava le dipendenze di servizio (portineria, scuderie) ed agricole (granaio e officine). Sono anche presenti una torre risalente almeno al XIII secolo e pesantemente restaurata in epoca romantica, un grazioso jardin d’hiver di stile tardo-ottocentesco, e varie serre minori. L’aspetto e la struttura attuali del complesso sono legati ad un restauro globale effettuato nel 1875, secondo lo stile allora dominante che tendeva a conglomerare stilemi eterogenei (fra cui le due torri di stile prettamente austriaco che fiancheggiano l’ingresso) e a utilizzare materiali poveri (fra cui il cemento colorato); sono stati conservati solo pochi elementi propri degli stili più antichi, come alcuni pavimenti in terrazzo alla veneziana.

Il complesso sorge lungo la strada che già nel periodo romano connetteva Padova (Patavium) con Abano Terme (Aponum). Un’interessante traccia di questo periodo è rappresentata da un grosso frammento di lapide funeraria in pietra rosata del I sec. d.C.: essa fu ritrovata nelle campagne circostanti nel 1842 dal parroco della vicina chiesa di Santa Maria di Mandria e donata ai proprietari della villa (ora esposto in prossimità della torre). La lapide attesta la consuetudine di quei tempi di costruire tombe ed elevare monumenti funebri lungo le strade. Un commovente e famoso esempio è la lapide di Claudia Toreuma, un’artista di 19 anni deceduta durante il viaggio verso Abano forse nella speranza di un oracolo salvifico dell’eroe Gerione che lì veniva venerato, ritrovata a poca distanza dalla villa (esposta nel Museo Archeologico di Padova). Non si può escludere che sotto le costruzioni attuali vi siano resti di strutture di età romana: nell’angolo del parco lungo la strada in direzione di Abano, presso un ponte ora scomparso, fu ritrovato un astuccio contenente strumenti chirurgici di età romana (esposto nella stessa sede).

La torre sembra risalire all’età medievale, e ciò potrebbe indicare che il complesso formasse una notevole fortificazione che faceva parte di un sistema difensivo esterno alla città di Padova; l’importante ruolo militare della famiglia Capodilista, che fu la proprietaria originale, ne può dare ampia conferma. La torre fu trasformata in torre colombaria, come indicato dai fori simmetrici presenti in tutte le quattro facciate, secondo quanto prescritto dalla Repubblica di Venezia per tutte le fortificazioni presenti nei territori conquistati (Padova fu presa dai generali veneziani il 14 marzo 1405). Nel restauro del 1875, secondo il gusto romantico, furono aggiunti i merli a coda di rondine di stile ghibellino.

L’origine medievale del complesso è confermata dal reperimento su un muro interno di una finestrella gotica (ora non visibile), e dalle poderose colonne di sostegno in mattoni ancora presenti nella cantina. Nelle mappe del XVIII secolo la vil-la si presenta come un complesso quadrangolare, formato su tre lati da vari edifici connessi fra loro, e chiuso sul quarto da un muro che tocca i fianchi della torre. L’apparenza dunque è proprio quella di un residuo di complesso fortificato, che fu probabilmente trasformato in residenza dai proprietari nel corso del tempo. Dopo il 1812 il lato lungo la strada fu demolito e sostituito con le due torri di stile austriaco.
La villa è circondata da un grande parco che si estende su una superficie di circa sei ettari. Il parco fu disegnato personalmente dal Conte Gerolamo Giusti del Giardino, padre di Vettore, secondo lo schema “inglese” di un’alternanza di fasce alberate e di fasce di prato. Vi si trovano molti alberi ormai monumentali, tra cui un antichissimo “pioppo Carolina” (una tipologia di origine americana) che appare già individuato su una mappa della metà del ‘700. Il patrimonio arboreo è stato grave¬mente danneggiato da due violente trombe d’aria (1972 e 2008), e oggi è solo la pallida ombra di quello originale. Nel parco si estende un ampio laghetto di stile prettamente romantico, dotato di isolette in cui venivano allevati daini e uccelli rari.